Un episodio avvenuto di recente ha aperto il dibattito anche sui social, tra chi si schiera con il ristoratore e chi invece con i clienti. Ma come ci si dovrebbe comportare un buon commensale quando va a mangiare fuori?
Nel giorno di Pasqua, in un ristorante della Puglia, un tavolo ha ordinato sette primi piatti differenti, scatenando una vera e propria polemica sui social network: spaghetti alla chitarra con le cozze (in 3 diversi sughi), pasta alla carbonara di tonno, paccheri alla pescatora, cavatelli e orecchiette al pomodoro.
Così il ristoratore, Daniele Caldarulo, si è lamentato pubblicamente sui propri canali social per via di questa richiesta insolita arrivata nel suo “Le Terrazze di Santa Lucia” di Bari, affermando che organizzare la cucina per una tale varietà di piatti era stata un’impresa impossibile.
La reazione dell’uomo ha suscitato molte reazioni tra gli utenti dei social media, divisi tra chi ha mostrato solidarietà verso il ristoratore e chi, invece, ha dato ragione al cliente. La questione sollevata da questo episodio riguarda la responsabilità dei ristoratori nell’affrontare richieste di questo tipo. Da una parte, infatti, c’è chi sostiene che sia compito degli esercenti organizzare la cucina in modo adeguato per poter far fronte a qualsiasi tipo di ordinazione. D’altra parte, invece, ci sono coloro che ritengono che il cliente abbia sempre ragione e che i ristoratori debbano cercare di soddisfare le richieste degli avventori.
Per comprendere meglio la portata di questo dibattito, anche alcuni ristoratori del luogo si sono espressi al riguardo e la maggior parte di loro ha espresso la propria solidarietà al collega, sottolineando l’impossibilità di organizzare una cucina per soddisfare richieste così varie. Tuttavia, c’è chi ha sottolineato come la vera sfida per un ristoratore sia quella di riuscire a soddisfare ogni cliente, a prescindere dalle richieste particolari. Ma come si dovrebbe comportare un cliente in queste situazioni? È giusto chiedere piatti fuori menu o personalizzati, oppure è meglio limitarsi a scegliere tra le opzioni già presenti nella carta?
In effetti, non esiste una risposta univoca a questa domanda. Da una parte, infatti, è legittimo che un cliente possa esprimere le proprie preferenze e chiedere dei piatti personalizzati. D’altra parte, tuttavia, è importante ricordare che ogni ristoratore ha una sua organizzazione interna, che potrebbe non essere in grado di far fronte a richieste particolari. La soluzione migliore probabilmente sarebbe quella di instaurare un dialogo aperto e costruttivo tra ristoratori e clienti. In questo modo, entrambe le parti potranno esprimere le proprie esigenze e trovare un compromesso soddisfacente per entrambi. Allo stesso tempo, è importante che i ristoratori si organizzino in modo adeguato per far fronte a ogni tipo di richiesta, senza però trascurare la qualità dei piatti e la soddisfazione degli altri clienti. In conclusione, la polemica scatenata dall’ordine del tavolo con i sette primi differenti rappresenta un’occasione per riflettere sull’importanza del dialogo e, in fondo, del buon senso.
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