Prenotano al ristorante ma poi non si presentano e questo mette in crisi i ristoratori: succede anche in Lombardia.
Sembra proprio essere un fenomeno fin troppo diffuso quello del no show e come se non bastasse è arrivato anche in Lombardia: praticamente questo termine viene usato dai ristoratori per indicare il modo sgarbato in cui le persone prima prenotano e poi non si presentano il giorno stabilito al loro tavolo.
In genere si tratta di prenotazioni che riguardano 5 o anche 8 persone che poi non solo non vanno al tavolo ma non si degnano nemmeno di rispondere al telefono per spiegare al locale il motivo per cui non hanno disdetto la prenotazione.
Insomma davvero un metodo barbaro che si è diffuso in diverse zone dell’Italia, come ad esempio a Roma dove ad avere denunciato la questione sono stati anche ristoranti stellati come: Glass Hostaria a Trastevere della chef Cristina Bowerman, che per potersi proteggere e tutelare, al momento della prenotazione, chiedono una caparra di decine di euro. Ma nonostante tutto il fenomeno non accenna a diminuire.
Ristorante vanno in crisi: i clienti prima prenotano e poi non si presentano
Insomma si tratta davvero di qualcosa di increscioso che sta portando alla crisi tantissimi ristoratori sparsi per l’Italia, che cercano di trovare delle soluzioni alternative per evitare che possa succedere di continuo.
“Ho 70 coperti e ieri a pranzo ne ho persi 15 perché tre tavoli prenotati sono rimasti vuoti e nessuno ha chiamato per avvertire. Una delle prenotazioni era per le 12.30. Alle 13.19, non vedendo arrivare nessuno, abbiamo scritto un messaggio per chiedere notizie e ci è stato risposto che i clienti non sarebbero venuti ‘causa maltempo’. Neanche fossimo in alta montagna e ieri ci fosse stata una bufera di neve. Ogni giorno dobbiamo combattere contro la maleducazione e il menefreghismo della gente” sono queste le parole del gestore, Dennis Bormolini che ha poi aggiunto: “Solo nell’ultima settimana ho avuto nove casi di no show, per un totale di 40 coperti saltati. Faccio questo mestiere da 30 anni e non era mai successo nulla del genere. Non c’è alcun rispetto per le persone che lavorano e questa tendenza preoccupante si manifesta in innumerevoli modi: mi è addirittura capitato di ricevere una prenotazione alle 12.30 poi disdetta alle 12.31. Significa affrontare con superficialità e leggerezza decisamente eccessive quello che per noi è un lavoro. Il punto più basso si tocca poi con le cene aziendali: lo scorso Natale una società aveva prenotato 40 coperti e si sono presentate 28 persone”.