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F1, Ralf Schumacher sulla crisi Ferrari: “Pagano ancora le scelte di Marchionne”

Il fratello del pluricampione del mondo in un’intervista ha elencato i motivi per cui la Scuderia di Maranello da troppi anni non riesce a tornare ai vertici del Motorsport

Ralf Schumacher, fratello dell’ex pilota Ferrari Michael, con un passato in Formula 1 con Jordan Williams e Toyota, ha spiegato il perché la Rossa di Maranello non riesce più a vincere il mondiale piloti da quasi due decenni. Per il pilota tedesco la Ferrari paga, ancora oggi, alcune scelte aziendali effettuate dall’allora presidente Sergio Marchionne, che nell’ottobre 2014 diventò il numero uno della Rossa prendendo il posto di Luca Cordero di Montezemolo e poi morto nel luglio 2018.

L’ex pilota di formula 1 Ralf Schumacher – Notizie.com – Ansa foto

Il Mondiale di Formula Uno 2023 è cominciato con la disputa dei primi due gran premi in terra araba che hanno visto ancora una volta il netto dominio della Red Bull su tutte le altre scuderie e le difficoltà evidenziate dalle Ferrari di Leclerc e Sainz, mai in lotta neanche per il podio.

Un problema strutturale dell’azienda

La Ferrari dopo l’epopea di Michael Schumacher, Todt e Ross Brown, oltre quel sorprendente ultimo titolo mondiale vinto dal finlandese Kimi Raikkonen, non è più riuscita a fregiarsi dell’alloro mondiale. Tante volte ha lottato fino alle ultime gare, prima con Alonso, poi con Vettel e infine anche con il francese Leclerc, ma prima il dominio di Hamilton con la Mercedes poi quello di Verstappen con la Red Bull, l’hanno sempre costretta ad inseguire il sogno come una chimera. Il pilota tedesco Ralf Schumacher, fratello di Michael, con dieci stagioni di Formula 1 sulle spalle, ha provato a dare una spiegazione al perché la Ferrari, nonostante gli investimenti e la storia che si porta dietro, da troppi anni non riesce più a vincere il titolo piloti. Schumacher non usa mezzi termini per individuare il vero problema della scuderia di Maranello.

Sergio Marchionne con Michael Schumacher – Notizie.com –

“Per quanto riguarda il telaio e il motore, hanno fatto un buon lavoro. Stanno facendo bene lì,” ha spiegato in un’intervista Schumacher. jr, “si trattava più di fallimenti ed errori nei pit stop e nella strategia. E anche i piloti hanno commesso troppi errori. Vasseur ora deve lavorare su tutto questo. Questo richiederà tempo. Ma il problema resta la politica. Penso che stiano ancora soffrendo per la morte di Marchionne avvenuta nel 2018, che in Ferrari aveva proclamato una scuderia tutta italiana un credo”.

Troppo italiana non ha aiutato

Quando il manager italiano assunse il comando dell’azienda nel 2014, prendendo il posto di Luca Cordero di Montezemolo, prese le redini anche della Ferrari, privilegiando subito il cosiddetto “metodo orizzontale”, dove più persone erano responsabili di vari settori interfacciandosi poi tra di loro e privilegiando i tecnici nostrani soprattutto se nati all’interno della fabbrica di Maranello. Binotto, infatti, Team principal fino allo scorso anno, prima di essere sostituito dal francese Vasseur, è l’esempio lampante. Un bravissimo ingegnere che dai motori ha fatto tutta la scalata gerarchica fino ad arrivare a essere il capo del reparto corse. Una scelta, quella del manager italiano, come sottolineato ancora da Schumacher, che non ha dato i frutti sperati e che ha evidenziato anche altre lacune, tra le quali figura quella relativa alla mancanza di peso politico. “Un esempio: al predecessore di Vasseur, Mattia Binotto, uno che aveva lavorato in Ferrari fin da piccolo, anche con mio fratello, non mancava certo la competenza tecnica, ma la grinta. Sospetto che fosse troppo legato alla Ferrari per poter prendere le decisioni giuste, il che a volte può essere scomodo. La grande forza nell’era del successo con mio fratello: c’era una competenza incredibile. Mio fratello, Jean Todt, Ross Brawn o Rory Byrne, anch’egli coinvolto nell’ottima macchina dell’anno scorso. Era importante che avessero tutta la libertà di cui avevano bisogno”, ha concluso il pilota tedesco.

Mauro Simoncelli

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