La dislessia è un disturbo che emerge soprattutto in età scolastica. Andiamo a vedere come riconoscerla.
La scuola elementare per un bambino dislessico, come scrive il Corriere della Sera, si può trasformare in un vero e proprio incubo se non si riesce a riconoscere subito il problema. E’ il caso di Arianna, una ragazzina di 11 anni che ha fatto di tutto, senza però successo, per farsi capire dagli insegnanti.
Una storia che, grazie al regista Matteo Gentiloni, è arrivata anche in televisione. L’obiettivo è quello di far capire a tutti che insegnare non significa guardare i ragazzi solamente dall’alto, ma iniziare con loro un dialogo alla pari. Solo in questo modo si riesce a capire se esistono realmente dei problemi.
Cos’è la dislessia
La dislessia, come detto in precedenza, è un disturbo che nasce soprattutto in età scolastica. I bambini che ne soffrono hanno delle difficoltà a identificare le lettere con forme o suoni simili, invertono le sillabe in una stessa parola, ma anche hanno problemi a scrivere o ancora nell’abilità di numero e di calcolo.
Naturalmente non siamo parlando di una malattia, ma di un disturbo che può essere superato con il tempo. Come scritto dal Corriere della Sera, non si guarisce definitivamente dalla dislessia, ma si possono fare dei percorsi per mettere da parte le difficoltà e riuscire comunque a superare questo problema.
Per farlo, però, c’è bisogno di riuscire a riconoscere da subito il disturbo e non lasciare passare troppo tempo altrimenti, come avvenuto ad Arianna, il rischio è quello di non far trascorrere bene il periodo scolastico al bambino.
Come riconoscere un caso di dislessia
Non è assolutamente semplice riconoscere un caso di dislessia. Sicuramente l’insegnante dovrà fare molta attenzione a possibili errori nella lettura come per esempio inversioni di lettere oppure sostituzioni con quelle che hanno suoni simili. Ma anche a omissioni, ripetizioni o aggiunta di parole.
Inoltre, questo disturbo potrebbe essere accompagnato anche da problemi psicologici dovuti al fatto che molte volte vengono evidenziati solamente gli errori e non i progressi. Quindi il consiglio, sottolineato anche dal Corriere della Sera, è quello di seguire passo passo il cammino dell’alunno.