Ha finalmente trovato la sua dimensione a Firenze, cominciando a segnare con continuità e diventando il titolare dello scacchiere di Vincenzo Italiano. Arthur Cabral, però, ha un passato movimentato e risale a quando giocava in Brasile…
Altro che flop, Arthur Cabral ormai è inamovibile. Il brasiliano s’è preso la Fiorentina, s’è sbloccato, ha dovuto passare un periodo d’ambientamento, ma è finalmente sbocciato e Italiano ormai non può farne a meno.
Otto gol dalla ripresa post Mondiale, ma anche tanto lavoro fondamentale per la squadra. Cabral fa giocare bene la Fiorentina, lotta, si sacrifica e segna. L’allenatore ormai lo considera il titolare, con Jovic alternativa. Cabral era arrivato nel gennaio 2022, preso per sostituire Vlahovic, 15 milioni versati nelle casse del Basilea. Mesi difficili i primi vissuti a Firenze, pochi gol, poco feeling con un ambiente che s’aspettava decisamente di più. “La Fiorentina gioca bene, ma non ha chi fa gol”, dicevano in tanti. Cabral non s’è abbattuto, è andato avanti e ora si prende le sue rivincite.
Carattere, del resto, ne ha sempre avuto, come dimostra quanto raccontato a “Cronache di spogliatoio”. Il brasiliano ricorda quando, da ragazzo, sfidò apertamente i tifosi del Fortaleza nel derby, lui idolo dei sostenitori del Cearà: “Ci avevo messo poco per farmi amare dai miei tifosi. Da noi ci sono due campionati: quello statale e quello brasiliano. Durante tutta la stagione, quelli del Fortaleza ci avevano presi in giro perché eravamo partiti con 12 risultati negativi consecutivi. Tutti ci davano per spacciati. Così, arrivato il derby, ho pensato che avrei dovuto fare qualcosa per rimetterli a posto. Ho chiesto a un amico di tagliarmi i capelli lasciando soltanto una scritta: 8C. Otto come gli anni in cui il Fortaleza era stato in Serie C. Ancora oggi, credo che i tifosi del Fortaleza vogliano uccidermi! Però quelli del Ceará, quando c’è il derby, mi scrivono ancora: «Guarda Arthur, mi sono fatto i capelli come te!»”.
L’arrivo in Europa, a Basilea e poi a Firenze e la consapevolezza che non sarebbe stato facile: “Quando sono arrivato, ero consapevole di dovermi adattare. E infatti all’inizio ci ho messo un po’ per ingranare. Il mister non molla mai: Italiano è un motivatore intenso, un allenatore che urla sempre e che vuole concentrazione. Non molla un centimetro, è un martello”. Ora Cabral lo sta ripagando e infatti Italiano non lo toglie più dal centro dell’attacco della sua Fiorentina.
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